mercoledì 14 marzo 2012

Le Fragole...

Le fragole sono un frutto primaverile prelibato, è ricco di proprietà benefiche per l’organismo. Già consumate in epoca romana, oggi contano molte varietà, differenziate fra meridione e settentrione. Con questa guida impareremo a conoscerle e ad impiegarle in cucina in gustosi dolci e anche come pietanze salate.

Un goloso frutto rosso

Il suo nome scientifico è fragaria vesca, ma già i romani, ai tempi di Plinio il Vecchio, la chiamavano fragrans, da fragranza, poiché emanava ed emana tuttora un profumo gradevole e intenso. Si tratta di un frutto rosso originario delle Alpi, dove cresceva spontaneamente (fragola selvatica), che sul mercato si trova da marzo-aprile fino all’inizio dell’estate, nel mese di giugno. Secondo le fonti storiche, già nella preistoria l’uomo era ghiotto di fragole. Il primo tentativo di coltivazione, però fu fatto nel 1400. ma solo a partire dal 1700 si iniziò la vera coltivazione, grazie anche alle qualità importate dal nuovo mondo, dall’America settentrionale e dal Cile. 

Le piantine di fragola sono piccole: alte 20 centimetri circa, producono questi falsi-frutti polposi, succosi e rosso intenso. Ma perché la fragola è considerato un falso frutto? In realtà, i frutti della fragraria vesca sono i semini gialli, che scientificamente si chiamano acheni. La polpa rossa è invece considerata parte del fiore e viene chiamata parte edule. Ad ogni modo, la fragola comunemente intesa, è associata a molte virtù e può essere impiegata come coadiuvante nella cura di alcune malattie, come i reumatismi e l’ipertensione perché stimola la produzione degli ormoni che regolano il sistema nervoso. Sull’organismo ha un’azione dissetante, depurativa, diuretica grazie alla presenza del potassio e rinfrescante. E’ un frutto dietetico perché ipocalorico: 100 gr di fragole contengono solo 24 Kcal ed è povero di minerali. Inoltre è un alimento ricco di vitamina C, vitamina che aiuta a rinforzare le naturali difese dell’organismo. Attenzione però alle intolleranze: in soggetti predisposti possono causare allergie o orticarie.

Varietà in commercio

Di fragole ne esistono molte varietà. Nel corso dei secoli e in particolare degli ultimi decenni, le fragole sono state oggetto di innesti e manipolazioni che hanno portato le piccole fragoline europee ad essere i grossi frutti che oggi conosciamo. Il miglioramento genetico dei frutti ha avuto come obiettivo la produzione di fragole con migliori qualità organolettiche e resistenti a manipolazioni e trasporti. Come dicevamo, le qualità si differenziano in base alla latitudine.
Se al sud troviamo le fragole Chandler, Pajaro, Tudla e Miranda, nel nord Italia troviamo le varietà Marmolada, Elsanta, Idea, Cesena, Dana, Gea e Honeoye. Un’unica varietà, la Addie, cresce esclusivamente in pieno campo e in Italia settentrionale. Ma per distinguerle velocemente, è sufficiente sapere che la “fragola gorella” è quella a forma di cuore, la “fragola pocahontas” è quella di forma rotonda e la “fragola belrubi” si riconosce per la caratteristica forma allungata. Caratteristiche delle varietà summenzionate:
  • Fragole Chandler: di forma conica allungata e un po’ piatta, vengono coltivate in Sicilia. Ha la polpa rossa e aromatica ed è particolarmente resistente ai trasporti. È di origine californiana.
  • Fragole Miranda: di origini italiane, crescono nelle zone centro-merdidionali. I frutti sono rosso arancio e molto grossi.
  • Fragole Pajaro: sono una varietà proveniente dalla California e riproducibili su licenza. La pianta è molto vigorosa e produttiva e frutti sono grossi e di colore rosso brillante. Rimangono di dimensione e quantità costante durante tutto il periodo della raccolta.
  • Fragole Tudla: di origine spagnola, queste fragole possono essere coltivate anche nel nostro Paese su apposita licenza. La raccolta di queste fragole è molto precoce, i frutti sono eccezionalmente grossi, rossi tendenti al rosso scuro e molto succose. I coltivano prevalentemente in Sicilia.
  • Fragole Idea: sono piante ad elevato accrescimento, molto folte e vigorose. Danno dei frutti dolci e dalla polpa rosso arancio. Viene coltivata al nord ed è a pianta più tardiva fra quelle settentrionali.

Curiosità

Gli antichi romani, sulla cui tavola abbiamo detto non mancare le fragole, adoperavano questo frutto principalmente nelle festività del dio Adone. Si diceva, infatti, che quando Adone morì, Venere pianse di disperazione e ogni sua lacrima si trasformò, sulla terra, in cuori rossi. Le fragole appunto. Secondo leggende popolari più recenti, ma che si perdono comunque nella notte dei tempi, la fragola protegge dal morso di vipere e serpenti. Per scongiurare il pericoloso veleno, si dice si debba, raccogliere le foglie della piantina il giorno di San Giovanni.
Chi avesse raccolto le foglie il 24 di giugno, le avesse fatte essiccare al sole e poi le avesse intrecciate per farne una cintura, di sicuro sarebbe stato tutelato da eventuali morsi, spesso letali, di vipere e serpenti. Certo si tratta di credenze popolari legate alla tradizione contadina del nostro paese, ma sono sempre leggende che rendono la fragola ancora più eccellente fra tutti i frutti che arrivano sulla nostra tavola. A questo punto, qualche consiglio sull’acquisto e la preparazione può essere utile. Le fragole, al momento dell’acquisto devono presentare le seguenti caratteristiche: rosso uniforme, picciolo attaccato al frutto, essere sode.
Chi acquista confezioni “vaschetta”, faccia attenzione che non vi siano fragole già ammuffite o “molli” o esemplari con colorazione non uniforme. Questi ultimi sono frutti ancora acerbi che non vanno consumati. La fragola è un alimento facilmente deperibile: dopo l’acquisto si conserva in frigorifero per 3 giorni al massimo. Le fragole vanno lavate immediatamente prima di essere consumate sotto il getto corrente dell’acqua fredda. Non devono essere lasciate ammollo: una pulizia più approfondita si ottiene sciacquandole brevemente nel vino o nel succo di limone misto ad acqua. Infine, vanno condite poco prima di essere mangiate. Se si tengono molto tempo nella terrina col condimento, infatti, “cuociono” e diventano molli.

Ricette salate e dolci

La fragola è un alimento molto versatile. Può essere consumato “nature”, semplicemente condito con zucchero e limone o con aceto balsamico, oppure può essere l’ingrediente ideale per piatti salati e per i dolci. Fra i piatti salati, sicuramente il più conosciuto è il risotto alle fragole. Prepararlo è semplicissimo: per 6 persone occorrono 400 grammi di riso qualità “per risotti”, un litro circa di brodo vegetale, 300 grammi di fragole mature lavate e mondate, 6 cucchiai di olio d’ola, 200 ml di vino bianco secco e 2 cucchiai di erba cipollina. In una casseruola far tostare il riso con l’olio e l’erba cipollina.
Aggiungere poi il vino bianco e farlo sfumare. Cuocere il riso aggiungendo di volta in volta il brodo caldo precedentemente preparato. Nel frattempo tritare le fragole nel frullatore, conservandone qualcuna per guarnire i piatti pronti. A fine cottura, mescolare il composto di fragole al riso, mescolare e lasciar riposare per 5 minuti prima di servire.
Fra i dolci, invece, spicca l’eccellenza della torta con le fragole e la crema pasticcera. Se si ha la possibilità comprare i dischi di pan di spagna già pronti, dal fornaio (preparazione artigianale) o al supermercato (preparazione industriale). Preparare la crema pasticcera con uova, latte e amido di mais secondo la ricetta riportata su una qualunque confezione di amido di mais e lasciarla raffreddare. Nel frattempo condire le fragole con zucchero e limone e lasciar riposare. Tagliare il pan di spagna in dischi orizzontali e bagnare ciascun disco con il succo di fragola, farcire il disco con la crema raffreddata, le fragoline condite e tagliate piccolissime e alternare crema e fragole al pan di spagna. Concludere con uno strato di crema che andrà guarnito con le fragole rimaste e ciuffetti di panna montata, zuccherata o meno secondo i gusti personali.

Di che legume sei???

Cuocere e conservare i legumi

La maggior parte delle persone compra legumi in scatola piuttosto che comprarli freschi o secchi e cuocerli. Questi prodotti sono molto pratici e in molti casi rappresentano una soluzione ottimale dal punti di vista del rapporto tra praticità e qualità.
Un'alternativa, meno pratica ma non troppo, esiste: prepararsi da soli i legumi secchi. Quelli che si trovano al supermercato sono spesso di qualità medio-bassa e non hanno un gran sapore, a meno di non utilizzare la stessa strategia di quelli in scatola (cioè salarli esageratamente).
Esistono alcune varietà di legumi, sconosciute ai più e reperibili solo in negozi specializzati (a direttamente dai produttori, che spediscono in tutta Italia), che si trovano solo secchi e hanno qualità organolettiche decisamente superiori rispetto a quelli "commerciali".
Stiamo parlando dei fagioli tipici toscani (zolfini, toscanelli e coco), di quelli del nord Italia (i più famosi sono i Lamòn) o delle innumerevoli varietà di fagioli provenienti dall'estero come i Lima; dei ceci tipici della Toscana e del Lazio, delle cicerchie, delle fave, ecc. Questi prodotti si trovano secchi, nei negozi specializzati in sementi e affini, sfusi dentro grandi sacchi di tela con le classiche etichette di legno infilate dentro il mucchio di legumi, oppure nei negozi di primizie, in sacchetti sigillati da 250-500 gr, ma sempre più spesso anche al supermercato.
Di seguito troverete le istruzioni per cuocere correttamente i legumi secchi, visto che l'operazione, sebbene semplice, richiede molto tempo, conviene investire un'oretta in più per conservare i legumi cotti in vesetti di vetro sterilizzati.

Come cuocere i legumi

I legumi cotti raddoppiano il loro peso, regolatevi di conseguenza nella scelta delle quantità. Se volete conservarne una parte in vasetti sterilizzati, vi consigliamo di prepararne almeno 500 grammi: otterrete 1 kg di legumi cotti, una parte dei quali potete consumarli nel giro di qualche giorno, conservandoli in frigorifero.
1) I legumi secchi devono essere messi a bagno per almeno 6-8 ore in acqua fredda. In questo periodo di tempo riassorbiranno una certa quantità di acqua. Metteteli a mollo in una pentola grande (almeno 5 litri di capacità) quantità di acqua pari a sei volte il loro peso (500 grami di legumi secchi in 3 litri di acqua, per esempio).
2) Trascorse 8 ore circa (se li lasciate per più ore va bene lo stesso), scolateli in un colapasta e lavateli con acqua corrente. Sciacquate la pentola e mettete a bollire in 1300 grammi di acqua (7-8 bicchieri circa, dose per 500 grammi) insieme ai legumi.
Se possedete una pentola di ceramica sappiate che è l'ideale per cuocere i legumi. Qui a fianco potete ammirarare una legumiera toscana.
Non salate l'acqua altrimenti i legumi tenderanno a diventare più duri.
Potete insaporirli con un rametto di rosmarino, qualche foglia di salvia e/o qualche grano intero di pepe nero, meglio se dentro una retina altrimenti sarà molto difficile rimuoverli.
3) Raggiunta l'ebollizione, mettete la pentola sul fornello più piccolo regolato al minimo, coprite e fate cuocere per il tempo necessario. Considerate un tempo pari a 1.5-2 ore per i fagioli, 2.5-3 ore per i ceci, leggete le istruzioni sulla confezione per altri tipi di legumi. L'acqua deve sobbollire dolcemente, i legumi non vanno mescolati troppo per non romperli, a metà cottura controllate solo che non si siano attaccati al fondo.
4) Quando saranno cotti, mettete un cucchaino raso di sale fino (dose per 500 grammi) e mescolate dolcemente il minimo necessario per distribuirlo. Spegnete la fiamma, coprite e lasciateli risposare per una mezz'ora circa. Ora potete mettere da parte i legumi che utilizzerete subito, e invasare gli altri che potrete utilizzare a piacimento in futuro.

Carciofi, carciofi ancora carciofi!!!

Mangiare carciofi conviene
Un aiuto per il fegato e non solo

Le sue proprietà e gli effetti benefici sull'organismo sembrano davvero infiniti. Il carciofo è, in realtà, un fiore ed è proprio questa la parte commestibile: il suo ciclo naturale va dall'autunno alla primavera ed è da sempre un ortaggio apprezzato non solo per il gusto, ma anche per le sue virtù benefiche per l'organismo.

Regolarizza anche la funzione intestinale, grazie all'inulina, sostanza che favorisce la crescita dei bifidobatteri, i microorganismi “buoni” della nostra flora batterica intestinale che combattono i bacilli dannosi. E' molto utile anche per spezzare la fame, se consumato prima dei pasti; la linea è sicuramente preservata col carciofo: questo vegetale contiene solo 22 calorie ogni cento grammi e bisognerebbe mangiare anche il gambo e le foglie, ricchi di salutari sostanze, come la cinarina e gli steroli, utili per tenere a bada il colesterolo Ldl. I principi attivi contenuti nelle foglie del Carciofo influiscono anche nel ricambio del colesterolo e dei trigliceridi, siano essi di origine alimentare o endogena, aiutando a mantenerne bassi i livelli a tutto vantaggio dell'apparato cardiovascolare.

Che Cavolo vuoi?!?!?


L'inverno è la stagione dei "cavoli"; presenti tutto l'anno danno il meglio di "loro" proprio in questo periodo. Nel mondo contadino è risaputo che freddo e gelo aiutano questo ortaggio dandogli una maggiore tenerezza e dolcezza; adattandoci a queste "nuove" condizioni climatiche, ma avendo a disposizione cavoli cappuccio, verza, broccolo, calfiore, cimone, broccolata, cavolo rapa e chissa che altro... non ci resta che consigliarvi una ricetta!!

Tagliatelle al cavolo con pancetta

 
  • Portata: Primo
  • Tempo: 20 minuti
  • Difficolta': Facilissima
  • Cottura: In Casseruola
  • Ingredienti
  • 400 g di tagliatelle fresche
  • 250 g di cavolo cappuccio (privato del torsolo)
  • 80 g di pancetta tagliata a fettine
  • 2 scalogni
  • 1 cipolla
  • olio di oliva,sale,pepe (o peperoncino) 

  • Preparazione
    1- Pulite, lavate e asciugate il cavolo cappuccio e poi affettatelo finemente. Passate sotto il grill le fettine di pancetta, finche risultano ben dorate e croccanti, fatele asciugare su un foglio di carta assorbente da cucina e tenetele da parte.
    2 - Sbucciate e tagliate a fette molto sottili la cipolla e gli scalogni. Metteteli sul fuoco in una larga padella con    qualche cucchiaio di acqua e 4 cucchiai di olio. Quando l'acqua si e consumata, salate leggermente e continuate a  cuocere mescolando, finche la cipolla avra assunto un colore abbastanza dorato.
    3 - Portate a ebollizione in una pentola abbondante acqua salata e fatevi lessare le tagliatelle insieme al cavolo cappuccio. Scolate la pasta e la verdura bene al dente e fatele saltare in padella con il soffritto, mescolando delicatamente con due forchette, in modo che si insaporiscano bene. Profumate con una generosa macinata di pepe, sbriciolate sopra tutta la pancetta abbrustolita e servite subito direttamente dalla padella.

Per riscaldarsi in questo inverno, torniamo alle origini con un piatto tipico ligure... La Mesciua!!!

L’origine geografica è certa: la mesciua (o mes-citia,”mescolata”) è nata nel porto di La Spezia, crocevia del commercio di legumi. Alcuni raccontano che il piatto sia stato inventato in un giorno di magra, quando non bastavano i fagioli per una fagiolata, né il grano per fare il pane; allora si mischiarono i rimasugli di entrambi, si aggiunsero anche i ceci ed ecco la nuova ricetta. Per questo la mesciua non ha una versione unica, perché il mix di legumi dipendeva da quello che si trovava al porto. Ancora oggi, a La Spezia la mesciua è il piatto cittadino, preparato da tutte le trattorie tradizionail, mentre nei mercati si possono acquistare sacchettini con i legumi già pronti da cuocere.


Ingredienti per 6 persone:


  • 300g ceci
  • 300g fagioli cannellini
  • 100g farro (o grano tenero)
  • bicarbonato
  • olio extravergine di oliva
  • sale - pepe
  1.  Ammollate in una ciotola i fagioli, coprendoli abbondantemente di acqua tiepida con un pizzico di bicarbonato.
  2. Versate in un’altra ciotola il farro e i ceci, coprite anch’essi di acqua tiepida con un pizzico di bicarbonato. Lasciate tutto in ammollo per almeno 12 ore.
  3. Scolate i ceci e il farro circa 4 ore prima del pranzo, metteteli in pentola con acqua fredda poco salata, portate a bollore e lessateli per circa 2 ore abbondanti.
  4. Cuocete separatamente i fagioli, dopo averli scolati: si cuociono in un’altra pentola perché necessitano di una cottura meno prolungata; inoltre, così facendo, si mantengono più distinti i sapori di entrambi i legumi. Lessateli in acqua leggermente fredda per circa 1 ora e 30. 5. Unite quindi i fagioli, con parte del loro liquido, alla pentola con i ceci e il farro, fino ad avere complessivamente circa i litro e mezzo di liquido. Regolate di sale e cuocete ancora per circa 15, in modo da amalgamare i sapori. Versate la mesciua in una zuppiera. Ogni commensale condirà la sua porzione direttamente nel piatto con un giro di olio extravergine di oliva e una macinata di pepe.

Buon Appetito e Un magnifico 2012 a Tutti!!!


Prodotti tutto l'anno??? NO Grazie!!!


Un nuovo modo di fare la spesa...
Il consumo di prodotti locali garantisce le migliori condizioni di freschezza e genuinità, riducendo l’inquinamento dovuto dai tempi di trasporto.
E’ importante allora, saper aspettare, dare ai ns. figli le indicazioni perché riescano a riconoscere il vero sapore e gusto degli alimenti come il colore invitante della frutta  e della verdura ad ogni mese, per tutte le stagioni.
In Italia, grazie al clima, possiamo avere per tutto l’anno una ricca scelta di alimenti e la loro freschezza come il loro pieno valore nutritivo ci forniscono il corretto apporto vitaminico e di Sali minerali con il vantaggio del prezzo contenuto grazie ai prodotti stagionali.

A GENNAIO GRANDI NOVITA'... Continua a seguirci...